Apolide: L'orso narrante
“Vorrei essere un apolide. Sono un apolide. Mi sento apolide. Semanticamente, un apolide è una persona non riconosciuta da nessuno stato come propria, che non ha appartenenza od origini certificate, e che non può essere impiegato statale. Per me, un’identità non identificabile, la rappresentazione di un sentimento al di là di ogni categorica visione di umanità, e distante miglia dai suoi severi confini, qualunque essi siano. Essere un uomo di spirito senza fogli per attestarlo, ma in possesso di un corpo per esprimerlo e raccontarlo alle audaci menti di chi sa ancora stupirsi. Un uomo in una terra d’acqua in cui non si riflette, è l’apolide che si muove verso la sorgente e che vive ogni giorno questa assenza come l’apice della sua essenza. È questo l’essere di cui scrivo e l’esistenza che cerco, simile ad un’emanazione nel vuoto che ha in sé volontà di pienezza. Una specie non molto evoluta, alla ricerca del proprio posto in qualche remota regione chissà dove, che vaga con la destinazione all’interno di uno zaino chiamato viaggio. Specie rara, ma non abbastanza per essere ingabbiata, non abbastanza corrosa consumata, per essere ricoverata, e ancora troppo poco esplorata per essere addomesticata e poi mortificata. Parlo di una razza non racchiusa in spartani epiteti, e non definibile fra le sconclusionate voci di chi geme nel vivo vaniloquio.”
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Apolide: L'orso narrante
“Vorrei essere un apolide. Sono un apolide. Mi sento apolide. Semanticamente, un apolide è una persona non riconosciuta da nessuno stato come propria, che non ha appartenenza od origini certificate, e che non può essere impiegato statale. Per me, un’identità non identificabile, la rappresentazione di un sentimento al di là di ogni categorica visione di umanità, e distante miglia dai suoi severi confini, qualunque essi siano. Essere un uomo di spirito senza fogli per attestarlo, ma in possesso di un corpo per esprimerlo e raccontarlo alle audaci menti di chi sa ancora stupirsi. Un uomo in una terra d’acqua in cui non si riflette, è l’apolide che si muove verso la sorgente e che vive ogni giorno questa assenza come l’apice della sua essenza. È questo l’essere di cui scrivo e l’esistenza che cerco, simile ad un’emanazione nel vuoto che ha in sé volontà di pienezza. Una specie non molto evoluta, alla ricerca del proprio posto in qualche remota regione chissà dove, che vaga con la destinazione all’interno di uno zaino chiamato viaggio. Specie rara, ma non abbastanza per essere ingabbiata, non abbastanza corrosa consumata, per essere ricoverata, e ancora troppo poco esplorata per essere addomesticata e poi mortificata. Parlo di una razza non racchiusa in spartani epiteti, e non definibile fra le sconclusionate voci di chi geme nel vivo vaniloquio.”
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Apolide: L'orso narrante

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by Danilo Boni
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“Vorrei essere un apolide. Sono un apolide. Mi sento apolide. Semanticamente, un apolide è una persona non riconosciuta da nessuno stato come propria, che non ha appartenenza od origini certificate, e che non può essere impiegato statale. Per me, un’identità non identificabile, la rappresentazione di un sentimento al di là di ogni categorica visione di umanità, e distante miglia dai suoi severi confini, qualunque essi siano. Essere un uomo di spirito senza fogli per attestarlo, ma in possesso di un corpo per esprimerlo e raccontarlo alle audaci menti di chi sa ancora stupirsi. Un uomo in una terra d’acqua in cui non si riflette, è l’apolide che si muove verso la sorgente e che vive ogni giorno questa assenza come l’apice della sua essenza. È questo l’essere di cui scrivo e l’esistenza che cerco, simile ad un’emanazione nel vuoto che ha in sé volontà di pienezza. Una specie non molto evoluta, alla ricerca del proprio posto in qualche remota regione chissà dove, che vaga con la destinazione all’interno di uno zaino chiamato viaggio. Specie rara, ma non abbastanza per essere ingabbiata, non abbastanza corrosa consumata, per essere ricoverata, e ancora troppo poco esplorata per essere addomesticata e poi mortificata. Parlo di una razza non racchiusa in spartani epiteti, e non definibile fra le sconclusionate voci di chi geme nel vivo vaniloquio.”

Product Details

ISBN-13: 9788891122636
Publisher: Youcanprint
Publication date: 01/01/2013
Sold by: StreetLib SRL
Format: eBook
File size: 1 MB
Language: Italian
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