Corro perché mia mamma mi picchia
Siamo abituati a vederlo insieme agli inseparabili Aldoe Giacomo, ma in questo libro Giovanni Storti si presentain una veste insolita, maglietta e pantaloncini,e ci parla della sua più grande passione fuori dal palco,quella per la corsa. Lo fa alla sua maniera, con laconsueta ironia, con un intreccio di leggerezza e profondità.Alternandosi nel racconto con Franz Rossi,compagno di avventure e di allenamenti, Giovanni,instancabile «assaggiatore di corse», pronto a sfidareil caldo come il freddo, a correre di giorno e di notte,a qualsiasi latitudine o altitudine, ci spiega comeha scoperto, o meglio riscoperto, questa vena atletica.Dalle fughe infantili per sottrarsi alle ciabattatematerne a una pratica ritrovata, non tanto per motivazionisalutistiche, quanto perché la corsa ha il fascinodi una vera arte.
Ci addentriamo così, in compagnia dei due protagonisti,negli itinerari delle gare più coinvolgenti, sentiamocon loro la fatica ma anche il piacere di misurarsi conse stessi e con gli altri, la gioia di superare i propri limiti.E soprattutto impariamo a guardare con curiositàed emozione i luoghi e l'umanità che si incontranolungo il tragitto. Si aprono davanti a noi scorci di unaMilano, quella dei Navigli, dei parchi e della Montagnettadi San Siro, lontana dall'affannata metropolidell¿immaginario collettivo; una città in cui la poesia«si nasconde negli interstizi della praticità, così comeil cielo azzurro negli scampoli rubati al grigio della cappache ci avvolge». Ma correre significa anche immergersinella ricchezza e nel mistero della natura, comenei maestosi paesaggi alpini o nei grandiosi scenariislandesi. O scoprire popoli e culture, come nel vivaceaffresco di Marrakech, città dalle atmosfere contrastantidove «povertà e bellezza vanno di pari passo» e «iroseti crescono in aiuole contornate da immondizia».Naturalmente è in agguato, a ogni riga, l'imprevistopiù assurdo e grottesco, che può assumere il volto diun bellicoso rottweiler, spuntato dal nulla durante unallenamento sulle dolci colline del Bolognese, o quellodei tanti personaggi surreali, tutti da scoprire, chesi succedono nelle varie tappe, come i corridori belgiche si fermano a giocare in spiaggia con le «formine», per non parlare di Aldo, che fa capolino qua e là,fino all'improbabile atto di eroismo vantato da Giovannicon il salvataggio di due compagni di disavventuranella foresta di Pititinga, in Brasile.
Dietro il «runner» dilettante, insomma, emerge semprela stoffa del campione di comicità. E, nell'alternarsidelle due voci, tra riflessioni e battute, la corsa diventauna suggestiva metafora della vita.
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Corro perché mia mamma mi picchia
Siamo abituati a vederlo insieme agli inseparabili Aldoe Giacomo, ma in questo libro Giovanni Storti si presentain una veste insolita, maglietta e pantaloncini,e ci parla della sua più grande passione fuori dal palco,quella per la corsa. Lo fa alla sua maniera, con laconsueta ironia, con un intreccio di leggerezza e profondità.Alternandosi nel racconto con Franz Rossi,compagno di avventure e di allenamenti, Giovanni,instancabile «assaggiatore di corse», pronto a sfidareil caldo come il freddo, a correre di giorno e di notte,a qualsiasi latitudine o altitudine, ci spiega comeha scoperto, o meglio riscoperto, questa vena atletica.Dalle fughe infantili per sottrarsi alle ciabattatematerne a una pratica ritrovata, non tanto per motivazionisalutistiche, quanto perché la corsa ha il fascinodi una vera arte.
Ci addentriamo così, in compagnia dei due protagonisti,negli itinerari delle gare più coinvolgenti, sentiamocon loro la fatica ma anche il piacere di misurarsi conse stessi e con gli altri, la gioia di superare i propri limiti.E soprattutto impariamo a guardare con curiositàed emozione i luoghi e l'umanità che si incontranolungo il tragitto. Si aprono davanti a noi scorci di unaMilano, quella dei Navigli, dei parchi e della Montagnettadi San Siro, lontana dall'affannata metropolidell¿immaginario collettivo; una città in cui la poesia«si nasconde negli interstizi della praticità, così comeil cielo azzurro negli scampoli rubati al grigio della cappache ci avvolge». Ma correre significa anche immergersinella ricchezza e nel mistero della natura, comenei maestosi paesaggi alpini o nei grandiosi scenariislandesi. O scoprire popoli e culture, come nel vivaceaffresco di Marrakech, città dalle atmosfere contrastantidove «povertà e bellezza vanno di pari passo» e «iroseti crescono in aiuole contornate da immondizia».Naturalmente è in agguato, a ogni riga, l'imprevistopiù assurdo e grottesco, che può assumere il volto diun bellicoso rottweiler, spuntato dal nulla durante unallenamento sulle dolci colline del Bolognese, o quellodei tanti personaggi surreali, tutti da scoprire, chesi succedono nelle varie tappe, come i corridori belgiche si fermano a giocare in spiaggia con le «formine», per non parlare di Aldo, che fa capolino qua e là,fino all'improbabile atto di eroismo vantato da Giovannicon il salvataggio di due compagni di disavventuranella foresta di Pititinga, in Brasile.
Dietro il «runner» dilettante, insomma, emerge semprela stoffa del campione di comicità. E, nell'alternarsidelle due voci, tra riflessioni e battute, la corsa diventauna suggestiva metafora della vita.
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Siamo abituati a vederlo insieme agli inseparabili Aldoe Giacomo, ma in questo libro Giovanni Storti si presentain una veste insolita, maglietta e pantaloncini,e ci parla della sua più grande passione fuori dal palco,quella per la corsa. Lo fa alla sua maniera, con laconsueta ironia, con un intreccio di leggerezza e profondità.Alternandosi nel racconto con Franz Rossi,compagno di avventure e di allenamenti, Giovanni,instancabile «assaggiatore di corse», pronto a sfidareil caldo come il freddo, a correre di giorno e di notte,a qualsiasi latitudine o altitudine, ci spiega comeha scoperto, o meglio riscoperto, questa vena atletica.Dalle fughe infantili per sottrarsi alle ciabattatematerne a una pratica ritrovata, non tanto per motivazionisalutistiche, quanto perché la corsa ha il fascinodi una vera arte.
Ci addentriamo così, in compagnia dei due protagonisti,negli itinerari delle gare più coinvolgenti, sentiamocon loro la fatica ma anche il piacere di misurarsi conse stessi e con gli altri, la gioia di superare i propri limiti.E soprattutto impariamo a guardare con curiositàed emozione i luoghi e l'umanità che si incontranolungo il tragitto. Si aprono davanti a noi scorci di unaMilano, quella dei Navigli, dei parchi e della Montagnettadi San Siro, lontana dall'affannata metropolidell¿immaginario collettivo; una città in cui la poesia«si nasconde negli interstizi della praticità, così comeil cielo azzurro negli scampoli rubati al grigio della cappache ci avvolge». Ma correre significa anche immergersinella ricchezza e nel mistero della natura, comenei maestosi paesaggi alpini o nei grandiosi scenariislandesi. O scoprire popoli e culture, come nel vivaceaffresco di Marrakech, città dalle atmosfere contrastantidove «povertà e bellezza vanno di pari passo» e «iroseti crescono in aiuole contornate da immondizia».Naturalmente è in agguato, a ogni riga, l'imprevistopiù assurdo e grottesco, che può assumere il volto diun bellicoso rottweiler, spuntato dal nulla durante unallenamento sulle dolci colline del Bolognese, o quellodei tanti personaggi surreali, tutti da scoprire, chesi succedono nelle varie tappe, come i corridori belgiche si fermano a giocare in spiaggia con le «formine», per non parlare di Aldo, che fa capolino qua e là,fino all'improbabile atto di eroismo vantato da Giovannicon il salvataggio di due compagni di disavventuranella foresta di Pititinga, in Brasile.
Dietro il «runner» dilettante, insomma, emerge semprela stoffa del campione di comicità. E, nell'alternarsidelle due voci, tra riflessioni e battute, la corsa diventauna suggestiva metafora della vita.

Product Details

ISBN-13: 9788852045059
Publisher: MONDADORI
Publication date: 11/05/2013
Sold by: ARNOLDO MONDADORI - EBKS
Format: eBook
File size: 1 MB
Language: Italian
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