Cleopatra è un sobborgo di Alessandria d’Egitto. Qui, in un cortile circondato da casupole e abitato da una sradicata e dolorosa umanità, sotto lo splendore di un impietoso sole tropicale, si svolge una vicenda intensamente drammatica, vissuta da personaggi indimenticabili, Marco il ribelle, e le donne intorno a lui, Dinah, Kikí, Haiganúsh ed Eva. Una vicenda violenta, di amore e di morte, risolta tuttavia con un linguaggio libero e sciolto, essenzialmente moderno. Il romanzo esce in sordina nel 1936, per i tipi di Corticelli Editore (Roma), accolto con scarso entusiasmo anche da quei critici che avevano mostrato interesse per Marianna e Natalia, le sue prime pubblicazioni. Ma quando nel 1953 Sansoni (Firenze) decide di ripubblicarlo, Emilio Cecchi nella splendida prefazione lo definisce «una delle più belle opere narrative italiane dell’ultimo trentennio», accostandolo a Conrad e chiudendo il testo con l’appassionata dichiarazione: «Noi invidiamo quelli che lo leggeranno ora per la prima volta».