Il cantico della felicità: Caleidoscopio sulla pace del cuore
Fin dagli albori del tempo, l’uomo e la donna sono stati tormentati da una “fame” acuta e inestinguibile. Un’ansia che si è espressa nell’avventura della sopravvivenza, ma ancor più nell’affannosa ricerca di lussi e di piaceri, di conoscenza e di bellezza. Anche quei pochi privilegiati, che potevano affermare di aver appagato ogni desiderio fisico, affettivo e spirituale, sentivano nel profondo che quella “fame” non li avrebbe mai abbandonati. Questa lucida intuizione dell’inquietudine umana è stata il leit motiv di tutta la partitura poetico-narrativa del grande Gibran. Per l’autore del capolavoro Il Profeta, la “fame” ancestrale di ogni individuo trova spiegazione nella relazione fra Dio e l’uomo: l’umanità non può capire l’opera del Creatore dall’inizio alla fine, ma neppure cancellare l’attesa di conoscere il “senso” di tutte le cose. Ecco allora che in tutta la produzione letteraria dello scrittore cristiano-maronita risuona il cantico di gioia e di dolore di quell’universo che sin dalla
genesi brama il ricongiungimento con la Fonte sorgiva di ogni vita, di ogni bellezza, di ogni bontà. La felicità, tuttavia, non è una chimera irraggiungibile: è una conquista dell’essere, che si raggiunge attraverso un “risveglio spirituale” capace di fondere gli infiniti “frammenti di senso” in un’unica sorprendente visione, proprio come accade nella percezione dei vetrini colorati di un caleidoscopio.
I brani di questo percorso antologico – che contiene molti inediti – rappresentano le note migliori dello spartito gibraniano e suggeriscono una melodia a cui ogni lettore potrà ispirarsi per creare la propria musica
del cuore, una sinfonia di pace e di felicità da reinventare giorno per giorno.
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Il cantico della felicità: Caleidoscopio sulla pace del cuore
Fin dagli albori del tempo, l’uomo e la donna sono stati tormentati da una “fame” acuta e inestinguibile. Un’ansia che si è espressa nell’avventura della sopravvivenza, ma ancor più nell’affannosa ricerca di lussi e di piaceri, di conoscenza e di bellezza. Anche quei pochi privilegiati, che potevano affermare di aver appagato ogni desiderio fisico, affettivo e spirituale, sentivano nel profondo che quella “fame” non li avrebbe mai abbandonati. Questa lucida intuizione dell’inquietudine umana è stata il leit motiv di tutta la partitura poetico-narrativa del grande Gibran. Per l’autore del capolavoro Il Profeta, la “fame” ancestrale di ogni individuo trova spiegazione nella relazione fra Dio e l’uomo: l’umanità non può capire l’opera del Creatore dall’inizio alla fine, ma neppure cancellare l’attesa di conoscere il “senso” di tutte le cose. Ecco allora che in tutta la produzione letteraria dello scrittore cristiano-maronita risuona il cantico di gioia e di dolore di quell’universo che sin dalla
genesi brama il ricongiungimento con la Fonte sorgiva di ogni vita, di ogni bellezza, di ogni bontà. La felicità, tuttavia, non è una chimera irraggiungibile: è una conquista dell’essere, che si raggiunge attraverso un “risveglio spirituale” capace di fondere gli infiniti “frammenti di senso” in un’unica sorprendente visione, proprio come accade nella percezione dei vetrini colorati di un caleidoscopio.
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Overview

Fin dagli albori del tempo, l’uomo e la donna sono stati tormentati da una “fame” acuta e inestinguibile. Un’ansia che si è espressa nell’avventura della sopravvivenza, ma ancor più nell’affannosa ricerca di lussi e di piaceri, di conoscenza e di bellezza. Anche quei pochi privilegiati, che potevano affermare di aver appagato ogni desiderio fisico, affettivo e spirituale, sentivano nel profondo che quella “fame” non li avrebbe mai abbandonati. Questa lucida intuizione dell’inquietudine umana è stata il leit motiv di tutta la partitura poetico-narrativa del grande Gibran. Per l’autore del capolavoro Il Profeta, la “fame” ancestrale di ogni individuo trova spiegazione nella relazione fra Dio e l’uomo: l’umanità non può capire l’opera del Creatore dall’inizio alla fine, ma neppure cancellare l’attesa di conoscere il “senso” di tutte le cose. Ecco allora che in tutta la produzione letteraria dello scrittore cristiano-maronita risuona il cantico di gioia e di dolore di quell’universo che sin dalla
genesi brama il ricongiungimento con la Fonte sorgiva di ogni vita, di ogni bellezza, di ogni bontà. La felicità, tuttavia, non è una chimera irraggiungibile: è una conquista dell’essere, che si raggiunge attraverso un “risveglio spirituale” capace di fondere gli infiniti “frammenti di senso” in un’unica sorprendente visione, proprio come accade nella percezione dei vetrini colorati di un caleidoscopio.
I brani di questo percorso antologico – che contiene molti inediti – rappresentano le note migliori dello spartito gibraniano e suggeriscono una melodia a cui ogni lettore potrà ispirarsi per creare la propria musica
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Product Details

ISBN-13: 9788862403207
Publisher: Edizioni Terra Santa
Publication date: 10/15/2014
Sold by: eDigita
Format: eBook
File size: 2 MB
Language: Italian

About the Author

Jubrān Khalīl Jubrān bin Mikhā’īl bin Sa’ad nacque
il 6 gennaio 1883 nella città di Bsharri, oggi parte
del Libano settentrionale. Visse a lungo negli Stati
Uniti e morì a New York il 10 aprile 1931.
Fu scrittore, pittore, filosofo e teologo. Dopo William
Shakespeare e Laozi è lo scrittore più letto della
storia. Negli Stati Uniti e in Europa fu un vero mito
letterario.
Nella maggior parte delle sue opere, quasi tutte
scritte in inglese, seppe fondere temi esistenziali e spirituali in un magico equilibrio fra Oriente e Occidente. Il suo capolavoro, Il Profeta, fu un successo planetario, a cui seguirono altre opere poetiche e narrative tradotte in tutto il mondo. Fra le più famose: Il giardino del Profeta; Il folle; Sabbia e spuma; Gesù. Il Figlio dell’uomo; Le ali spezzate; I segreti del cuore.
La spiccata capacità di cogliere le contraddizioni
della modernità e l’invenzione di un percorso in grado
di pacificare l’animo umano hanno assicurato ai libri
dello scrittore libanese-americano uno straordinario
consenso di pubblico durato ben oltre la morte. Il suo
invito alla speranza, alla fiducia, alla positività del vivere non smette di affascinare anche i lettori di oggi.
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