Perù e Italia, non tanto lontani, legati da un filo sottile di storie simili relative alla buia stagione del terrorismo e della violenza, una lotta condotta da uomini speciali, ma anche una storia di valori, di etica ed attaccamento al dovere che accomuna i due paesi e dimostra come gli avvenimenti non riguardino solo i “combattenti” ma coinvolgano e spesso travolgano le loro famiglie. Il raconto di Luis Giampietri, già Vice Presidente della Repubblica del Perù, ci riporta alle terribili vicende che ebbero luogo a Lima tra dicembre e aprile 1997, da quando un commando del Movimento Revolucionario Túpac Amaru (MRTA) penetrò nella residenza dell’Ambasciatore del Giappone e prese in ostaggio oltre 700 prigionieri, alla irruzione delle forze speciali.
Un racconto avvincente, seguendo la linea rossa che separa gli ostaggi da affetti e libertà, che porta all’intervento militare, con il rischio dell’ecatombe, in bilico tra etica e diritto. Un racconto che porta in primo piano non solo l’esperienza vissuta da Giampietri e dagli altri ostaggi ma anche uno sguardo quanto mai attuale sul mondo dell’informazione con le sue contraddizioni, sul ruolo della Magistratura e lo Stato di Diritto.
Una storia scritta con il cuore, da chi guardandosi indietro si sente solo, seppur sostenuto dai propri valori, abbandonato da coloro che sono stati beneficiati dal suo sacrificio. Perù e Italia, molto vicini, molto simili.
