Una nuova traduzione dalle edizioni originali del saggio del Premio Nobel Herman Hesse "Pensieri su L'idiota di Dostoevskij". Questa edizione contiene una postfazione del traduttore e una cronologia della vita e delle opere di Hesse "Pensieri su L'idiota di Dostoevskij" è un saggio di Hermann Hesse che esplora le opere e la filosofia dello scrittore esistenzialista russo "il profeta" Fëdor Dostoevskij. Hesse si meraviglia della rappresentazione che Dostoevskij fa della condizione umana e delle sue intuizioni sulla natura della sofferenza, della redenzione e della ricerca del significato. La somiglianza tra Myshkin e Cristo non è del tutto piacevole per Hesse, che tuttavia ammette un legame inconscio tra le due figure. Hesse riflette sulle sue immagini personali sia di Gesù che di Myshkin, notando che essi si richiamano sempre a momenti di profonda solitudine, come Gesù nel Getsemani e Myshkin tra le tensioni sociali, rivelando un tema comune di tragico isolamento. Il nucleo della separazione di Myshkin dagli altri è il suo modo unico di pensare, descritto dall'autore come "magico". A differenza degli altri, Myshkin sperimenta la realtà in modo diverso, il che porta gli altri a rifiutarlo, proprio come Gesù fu abbandonato alla fine. Questo pensiero "magico" è radicato nella profonda e diretta connessione di Myshkin con l'inconscio e nei suoi momenti di maggiore sensibilità e intuizione. È questa stessa qualità che affascina e allo stesso tempo terrorizza coloro che lo circondano. Sebbene non sia del tutto isolato, poiché a volte è compreso emotivamente dagli emarginati, come i criminali e gli isterici, la sua innocenza non è priva di conseguenze e lascia le persone giustamente diffidenti nei suoi confronti.
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Pensieri su "L'idiota" di Dostoevskij
Una nuova traduzione dalle edizioni originali del saggio del Premio Nobel Herman Hesse "Pensieri su L'idiota di Dostoevskij". Questa edizione contiene una postfazione del traduttore e una cronologia della vita e delle opere di Hesse "Pensieri su L'idiota di Dostoevskij" è un saggio di Hermann Hesse che esplora le opere e la filosofia dello scrittore esistenzialista russo "il profeta" Fëdor Dostoevskij. Hesse si meraviglia della rappresentazione che Dostoevskij fa della condizione umana e delle sue intuizioni sulla natura della sofferenza, della redenzione e della ricerca del significato. La somiglianza tra Myshkin e Cristo non è del tutto piacevole per Hesse, che tuttavia ammette un legame inconscio tra le due figure. Hesse riflette sulle sue immagini personali sia di Gesù che di Myshkin, notando che essi si richiamano sempre a momenti di profonda solitudine, come Gesù nel Getsemani e Myshkin tra le tensioni sociali, rivelando un tema comune di tragico isolamento. Il nucleo della separazione di Myshkin dagli altri è il suo modo unico di pensare, descritto dall'autore come "magico". A differenza degli altri, Myshkin sperimenta la realtà in modo diverso, il che porta gli altri a rifiutarlo, proprio come Gesù fu abbandonato alla fine. Questo pensiero "magico" è radicato nella profonda e diretta connessione di Myshkin con l'inconscio e nei suoi momenti di maggiore sensibilità e intuizione. È questa stessa qualità che affascina e allo stesso tempo terrorizza coloro che lo circondano. Sebbene non sia del tutto isolato, poiché a volte è compreso emotivamente dagli emarginati, come i criminali e gli isterici, la sua innocenza non è priva di conseguenze e lascia le persone giustamente diffidenti nei suoi confronti.
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Product Details
BN ID: | 2940186012184 |
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Publisher: | Livraria Press |
Publication date: | 08/07/2024 |
Sold by: | Barnes & Noble |
Format: | eBook |
File size: | 222 KB |
Language: | Italian |
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